ESTRATTI DI CRITICA
1 “………Ecco perché a noi appare ingenua e profondamente umana ( di una ingenuità riconquistata attraverso tutto un dramma sofferto che non seppe mai l’evasione e la rinuncia) la riduzione estrema e quasi esasperata del segno e del colore alla loro sconvolgente misura di purezza. Un “primitivismo” (nei dipinti) e un “espressionismo) nei disegni di sostanza e non già di maniera. Un mondo piuttosto scoperto all’ultimo di sé, al colmo di un grido squarciato che rende incomparabile la gamma dei valori mediati al termine di un processo di tribolazione al quale sarebbe superfluo voler strappare la maschera, per la semplice ragione che ora a noi è mostrato così , senza più maschera alcuna; in una luce dolorosa , talvolta forse addirittura cupa e stridente, ma che abbacina non meno del sole di una grande estate”
Silvano Giannelli – Critica della Mostra alla Galleria della Vigna Nuova - Firenze 1953
2 “…Per Ferrini , invece, la pittura è un linguaggio elementare e assoluto (c0sì come elementare è la forza istintiva del suo disegno incisivo e tagliente, e assoluta la purezza violenta e meditata del suo colore); in esso si riversa e si placa , in linda chiarezza formale e stilistica, la foga del suo cruccio, la irruenza della sua protesta sentimentale, la fissità talora sconvolgente della sua contemplazione……”
Silvano Giannelli – Presentazione della Mostra alla Galleria della Vigna Nuova - Firenze 1956
3 “………un viscerale senso dell’uomo con la sua densità carnale o metafisica, nei termini di una tormentata attenzione alla sua cronistoria precipitata nella complessità del dramma della civiltà moderna ha agito costantemente alla base dell’esperienza pittorica di Ferrini: smarriti vecchini al termine della loro parabola esistenziale, corrose o struggenti maternità , dantesche fantasmagorie umane, deliranti autoritratti, sono infatti per lo più i centri di attenzione della sua fantasia, che ne sa cogliere, al di là degli schemi elementari di quella che viene normalmente definita “ ritrattistica” , l’essenza psicologica , le più segrete ragioni di poesia, il reticolo dei motivi connessi con le vicende umane e gli strazi profondi della nostra epoca.”……………………………………….” Il suo sentimento e le sue invenzioni, pur riproposte nell’area di un romantico visionarismo: in uno spessore di esaltazione holderliniana non sono mai sottratti ad un’analisi impietosa delle loro motivazioni più riposte: un’analisi fatta di superiore intelligenza ed acutezza critica, attraverso cui, in obbedienza ad una caratteristica inconfondibile che lo spinge a dare alla verità una dimensione causticamente personale ( in esiti ad ogni modo che non perdono mai quella tensione plastica, scattante, primitiva a cui si accennava) mette implacabilmente a nudo la nostra avventura psichica ed esistenziale, fino allo stupore dell’assurdo e del paradosso. Che è poi il modo per recuperare gli eventi di una storia umana che tenta l’estremo limite della creazione atemporale e si mantiene tuttavia collegata, per fili dolorosamente sottili, al senso profondo della sua attualità”
Pietro Civitareale – Presentazione della Mostra Antologica allla Galleria “Il Ponte” – Scandicci 1974
4 “ Da anni Ferrini punta sulla figura trovandovi i motivi più consentanei alla sua fecondazione espressiva; e si tratta per lo più di figure desunte dalla sua quotidiana esperienza dove la sofferenza ha potuto sciogliersi nell’effusione della nostalgia o raggrumarsi nell’illusione della ribellione; figure che, pur entro i termini di una classica compostezza, egli sintetizza in strutture e moduli di ascendenza espressionistica, con certi suoi modi decisi e persino aggressivi, verificati su tipologie che non di rado fanno pensare ad un Heckel, ad un Munch, ad un Nolde, ad una rappresentazione figurativa, cioè, il cui fatto emotivo risulta sempre fuso e pertinente con il fatto pittorico – grafico.”
Pietro Civitareale – Presentazione della Mostra della Galleria A per A – Firenze 1976
5 “ Dario Ferrini è un pittore toscano che non rientra, o quasi, nella grandiosa tradizione della sua terra. Pare che egli abbia preferito emigrare dal tradizionale e che abbia preferito allungare le sue antenne oltre i confini italiani……………………………Quali sono i motivi che inducono quest’artista a camminare per conto suo e in senso contrario ai suoi conterranei? E’ un pittore che ha recepito la lezione dell’espressionismo o che fa da sé, indipendentemente dalle correnti culturali europee? A me pare che Ferrini faccia da solo, che cammini da solo e che per caso si trova su una via lungo la quale transitano stranieri di prim’ordine. E fa da sé perché è intensamente vissuto nel suo dramma di uomo solo,……………………….Sul piano ideologico il Ferrini fa l’occhiolino alla concezione che il Leopardi aveva della vita. ………….I personaggi del Ferrini talvolta sono imbestiati dal dolore. D’un dolore così intenso, così grande, che spesso quelle povere creature non sono in grado di contenerlo dentro il proprio animo e spalancano, come terrorizzati, occhi e bocca per liberarsene. Ma ne rimangono imprigionati . Il dolore è nelle ossa, dentro i tessuti dei loro muscoli ormai deformati.”
Saverio Strati – Presentazione della Mostra presso la Galleria Pananti – Firenze 1978
6 “ La mostra in corso nella Galleria di Piero Pananti, in piazza S.Croce, stimola considerazioni di questo genere perché raduna quadri di grande vitalità sia dal punto di vista disegnativo che dal lato colore.Si tratta di segni vigorosi che tagliano, deturpano ma che riescono a cogliere nel profondo un carattere, un pensiero persino, una vita; e i colori si accompagnano , e spesso li determinano, a stati d’animo che sono del soggetto o ancora più verosimilmente del pittore nel momento in cui una sorta di raptus ne coinvolge tutte le forze nell’atto di violenza che egli compie, come un rito sacro, sui canoni della tradizione pittorica e soprattutto della tradizione toscana”
Tommaso Paloscia – Critica della Mostra presso la Galleria Pananti – Firenze 1978
7 “ Un’altra osservazione che viene fatta è che la pittura di questo toscano sia un atto di ribellione alla stessa tradizione toscana. Ed è osservazione non completamente esatta…………………………………Mi era capitato di dire, anzi di scrivere, che un certo legame – almeno apparente – esiste tra le figure di Ferrini e certi autoritratti di Rosai, vale a dire con i momenti in cui Ottone sentiva più intimamente il calore del sangue popolano che gli scorreva nelle vene. E’ un’analogia da studiare più attentamente……….I segni vigorosi di Ferrini, le irriguardose stesure cromatiche contribuiscono a conferire a questa pittura un sapore di spietato esame dei caratteri, degli umori, addirittura dei pensieri: le immagini dei personaggi vi si trovano attanagliate inesorabilmente, rovistate “ all’interno” come da una diabolica forza indagatrice. Forse perché di quei personaggi egli conosce tutto. Sono i suoi simili, sono i compagni di cordata nella drammatica avventura della vita”
8 Tommaso Paloscia – Presentazione per la Mostra patrocinata dal Comune di Scandicci e allestita nel Palazzo Comunale - Scandicci– 1978
“……… Le tensioni espressive o espressionistiche – certamente transnaturali – recano nella progrediente esasperazione dei tratti e dei caratteri il segno di questa agognata, totale, appropriazione dell’essenza profonda del reale. Sicchè le immagini e gli stessi oggetti si fanno metafore doloranti di una situazione oggettiva e soggettiva, protratte ai limiti del figurale. Impostati come sono su un ritmo largo, impulsivo, quasi gestuale; nella pennellata espansiva e trasfluente , irradiente e decisiva, nonché nei coaguli e grumi materici dei paesaggi. E certe sagomature deliquescenti, quasi sfatte, potrebbero far pensare alla moderna transavanguardia. Senonchè le linee direttrici e la condotta pittorica esulano certamente – perché precedenti nel tempo – da tale dettato o tendenza, nascendo dal fondo del temperamento e del carattere, come propensione verso una spiccata emergenza espressiva, verso il risalto stilistico, attraverso la progressiva riduzione dei dettagli descrittivi, degli indugi vezzeggiativi”
9 Elvio Natali – Presentazione della Mostra alla Galleria La Soffitta – Colonnata – 1982
“ E sta proprio qui per Ferrini la seconda ingiuria del nostro tempo: non maligna, ma altrettanto ingiusta, pregiudizievole, tale da impedire ai più di penetrare a fondo il senso e la bellezza della sua pittura. L’età consumistica, massificata, testardamente protesa verso il piacere, non sopporta lo spettacolo del dolore, la voce della tristezza. Cosa offre Ferrini a questa generazione? Una moltitudine di figure languenti, addolorate: isolate o strette in gruppi sparuti dal vago e malinconico sapore di vecchi dagherrotipi fissati in memoria di vicende andate. Maternità scarne, emaciate; immagini di furia bellica, di distruzioni, episodi di solitari disfacimenti, prospetti di deserti paesi. Eppure quanta forza, quanta bellezza umana ed estetica trepida nelle figure! Ne nasce un diletto contemplativo che riscatta la tristezza del tema, una sorta di catarsi che rende amabile questo lamento……………………..il dettato ha una sua varia estensione esecutiva, che dai tratti energici, marcati, di certi folgoranti autoritratti scende a estenuarsi nella deliquescenza cromatica e nel macilento pallore delle ultime immagini muliebre e senili; limite supremo di un entroterra sentimentale mai stanco, nonostante l’età, di internarsi nella sostanza del reale, oltre la comune evidenza somatica. La figurazione ultima infatti spinge l’impulso naturale a rastremare e rarefare le forme, come guidato da una furia dissolutiva; quasichèFerrini volesse impossessarsene totalmente, rischiando di distruggerle per un troppo d’amore.”
Elvio Natali – Presentazione della Mostra antologica al CEPAC - Prato - 1992
MOSTRE PERSONALI
Galleria “Vigna Nuova” – Firenze – 1951 – 1954 – 1956 – 1963
Saletta del “ Fiorino “ a Firenze: Unione Fiorentina – 1955
Galleria “ Il Fiore” a Firenze – 1961
Saletta “Valter” a Firenze – 1962
Galleria “ Numero” a Venezia – 1965
Saletta Unione Fiorentina – Firenze – 1965
Galleria “ Mainieri” a Milano – 1967
Circolo Ricreativo Autofilotranvieri di Firenze – 1972
Galleria “ La Bottega “ di Scandicci – 1973
Galleria d’Arte “ Il Ponte” – Scandicci – 1974
Galleria d’Arte A per A” – Firenze – 1976
Galleria “ Pananti “ – Firenze – 1978
Palazzo Comunale di Scandicci – 1978
Palazzetto Comunale Baviera – Città di Senigallia – 1979
Centro Arti Visive “A.Modigliani” – Scandicci 1982
Galleria d’Arte Moderna “ La Soffitta” – Colonnata – Firenze – 1985
Centro Culturale “ A per A” – Firenze – 1990
Cepac – Prato – 1992
Circolo Artistico – Arezzo - 1994
MOSTRE COLLETTIVE
Galleria “ Michelangelo “ – Firenze – 1945
“Premio Firenze” – 1948
Premio città di Pontedera – 1948
Premio Nazionale di Pittura e Scultura “Lorenzo Viani” – 1952
“Premio Viareggio” – 1954
2^ Mostra Concorso Nazionale del Ritratto Contemporaneo – Circolo degli Artisti – Casa di Dante – 1955 – 1956
Galleria d’Arte “ Sauro Pasquini” – Lucca – 1954
“Premio Città di Lucca” – 1954 – 1955
Premio Burano – Venezia – 1956
Galleria d’Arte Moderna “ Il Fiore” – Firenze – 1962
II^ Biennale Colori della Lunigiana – 1962
3^ Mostra di Pittura contemporanea “ Città di Marsala” – 1963
Premio Vaiano – 1963
Galleria d’Arte Santacroce – 1964
2^ Rassegna Nazionale di Arti Figurative “Il Lavoro Italiano” – Roma – 1965
“ La Strozzina” – Firenze – 1966
Comune di Scandicci e Galleria Il Ponte – 1975
10° Premio Internazionale “Piero della Francesca” – Arezzo – 1980
Tendenze Toscane – Comune di Loro Ciuffenna – 1984
Galleria d’Arte Palazzo Vecchio – 1991
Comune di Scandicci e Centro Arti Visive Modigliani - 1994