Carlo Domenici
(Livorno 1897 - 1981) pittore assai apprezzato dal collezionismo toscano, riscosse un notevole successo durante la sua lunga attività. Nel 1911 s'iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove frequenta i corsi di disegno, acquaforte e litografia. Nel 1915, a soli diciassette anni, espone alla "Società Amatori e Cultori" di Roma.
Nel 1924 è presente con quaranta opere all'ottava mostra del Gruppo Labronico alla Galleria Pesaro di Milano. Tale gruppo, nato a Livorno nel 1920 con lo scopo di valorizzare l'arte livornese organizzando mostre a livello nazionale ed internazionale, era costituito, tra gli altri, da Filippelli, Michelozzi, Natali, Romiti, Baracchini Caputi. Nel 1926 espone alla Biennale veneziana.
Tra i soggetti più ricorrenti della pittura di Domenici si trovano le scene di costume livornesi, i paesaggi raffiguranti la Maremma e l’isola d'Elba, dove si stabilì negli ultimi anni di vita. Tra le tecniche usate, oltre alla pittura ad olio, troviamo anche la litografia e l’acquaforte. Nel 1950 partecipa alla mostra dedicata a Cinquant'anni di Pittura toscana in Palazzo Strozzi a Firenze, nel 1958 gli è dedicata una mostra personale alla Galleria Cocchini di Livorno. Tra 1979 e 1981 ricopre la carica di presidente del Gruppo Labronico.
Muore all’isola d'Elba nel 1981.
Gioela Massagli
Il paesaggio in Domenici affascina perché incorporato nella realtà c’è il segno della vita così come lo è in ogni sua opera.
……Si potrebbe scrivere tutta una sequenza di capitoli sulla pittura di Domenici. Si potrebbe raccontare la storia per ogni pittura. Si potrebbe far vivere ogni personaggio con una favola, con un capriccio umano, tanto è la straordinaria potenza delle sue opere.
Ed ha ragione quando afferma : “ sono del passato . Appartengo ai miei Maestri. Sono un continuatore di una pittura che ci onora nel tempo, ieri per domani.
Si sentiva di appartenere al passato , in quanto credeva nella pittura dei suoi predecessori.
“Non ho inventato nulla ma continuo , come meglio posso , a fare sopravvivere quell’arte che altri vorrebbero fosse distrutta e rimpiazzata con i fili di ferro, e con tutte le diavolerie degli ismi”.
Questo ha ripetuto fino alla sua morte avvenuta nel 1981 ed oggi, a distanza di oltre venticinque anni dalla scomparsa, rimane vivo il ricordo di chi lo conobbe , ma soprattutto rimangono testimoni le sue splendide opere presenti in musei, gallerie e collezioni di tutto il mondo.
MAURO BARBIERI