STEFANO CARNIANI, LUMINOSI SILENZI
Un mandorlo fiorito ed una fila di cipressi che riflettono la loro ombra sulla strada vicino ad una casa colonica, un oliveto, un filare di viti ed un prato di papaveri e di giaggioli, i meli ed i peschi in fiore davanti ad un vecchio casolare, una distesa assolata di campi appena arati. E ancora, viottoli che si inerpicano sulla collina, sempre costeggiati dal cipresso, un cancello aperto e poi un vento improvviso che piega gli alberi e porta nubi temporalesche. No, non ci troviamo in mezzo alla campagna, ma di fronte alle opere di Stefano Carniani, eppure le emozioni sono le stesse, intense da rapire lo sguardo, quiete da rasserenare lo spirito.
L’amore per la natura accompagna da sempre il percorso dell’artista, che muove dalla tradizione figurativa toscana per svilupparsi nell’ambito di una personale, meticolosa ricerca tutta incentrata sul tema del paesaggio. I dintorni di Firenze, Vingone, l’Antella, il Mugello, i boschi di Monte Morello, le verdi vallate attorno a Montespertoli, il territorio del Chianti fino al mare. Sono i luoghi delle indagini che Carniani conduce con perizia scientifica, ma soprattutto con profondo sentimento.
La minuziosa attenzione ad ogni elemento, ad ogni dettaglio, la cura rigorosa del singolo particolare, rivelano il desiderio dell’artista di esaltare la bellezza e la perfezione della natura e di penetrarne l’eterno mistero. La scelta cromatica, ricca di preziose, fresche tonalità intrise di solari giochi di luci, di ombre e di sottili trasparenze, suggerisce continui rimandi emotivi, come nel bosco, immerso nell’enigmatico incanto di una vegetazione lussureggiante, in bilico tra realtà e fantasia.
Atmosfere impalpabili, dense di richiami della memoria e di suggestioni romantiche, ma sempre aderenti al vero, che si rispecchiano nelle acque scroscianti di una limpida cascata, nei luminosi silenzi di un gioioso mattino di primavera, o in un trepido risveglio bagnato dalla rugiada e soffuso di una nebbiolina che si dirada lentamente al timido sorgere del sole. Poi, al calare del giorno, l’orizzonte si tinge di un rosso crepuscolare velato di nostalgia e di ricordi trasportati dal vento che fa vibrare le foglie degli olivi di un azzurro rubato al cielo. Nel trascolorare dei toni e delle luci si coglie il respiro della terra, il continuo divenire della vita, che si spegne nelle canne secche per rinnovarsi nelle tenere foglioline di un pioppo. E di contrappunto al gelido, ovattato abbraccio della neve che copre la campagna, spumeggia calmo il mare, dove pare essersi tuffato l’arcobaleno.
Un inno all’emozione del bello, ma anche un messaggio a porsi in sintonia con quanto ci circonda, di cui siamo parte e a cui dobbiamo gratitudine e rispetto. La continua scoperta di angoli nascosti, di spazi dove la mano dell’uomo è arrivata per coltivare e non per distruggere, diviene per l’artista un’esigenza irrinunciabile da alimentare attraverso una meditata ricerca che giunge al cuore delle cose, agevolata da una straordinaria abilità disegnativa e da una grande padronanza della tecnica pittorica.
La precisione descrittiva e l’accuratezza di esecuzione sottolineano un’impaginazione ben costruita, in grado di scandire i ritmi interni delle cose, le reciproche armonie delle forme, come a seguire le note di un’ideale partitura musicale che lascia trasparire i trascorsi di apprezzato musicista dell’autore. E non è rara la visione scenografica quando il primo piano introduce ad un ampio orizzonte, ad un mondo che si svolge oltre, in lontananza, dove lo sguardo si perde e si riposa.
Nelle opere di Carniani non c’è presenza umana, ma neanche solitudine, perché essa è sempre sottesa, segnalata dalle terre coltivate, da un mulo, da un gregge di pecore, dai vasi di gerani allineati accanto al muro di una casa colonica, oppure la si avverte nei sentieri disegnati dalle ombre dei cipressi, che portano chissà dove e sembrano attendere il passo ansimante e curioso di un viandante.
L’eleganza formale e i delicati accordi di colori luminosi e purissimi, insieme a certe finezze interpretative, denotano un acuto, sensibilissimo spirito di osservazione e di analisi che va sempre al di là del visibile. E l’incontro tra realtà e memoria dà vita ad un tripudio di splendide immagini capaci di coinvolgerci e di sollevarci dagli affanni quotidiani, invitandoci a riflettere e a ritrovare noi stessi.
La pittura di Stefano Carniani rivela la cordiale sincerità del suo carattere, ma anche la serietà, l’impegno ed una non comune capacità con cui ci consegna pagine di ineguagliabile poesia.
GABRIELLA GENTILINI
Firenze, maggio 2001
dal catalogo dellla mostra personale presso Firenzeart Gallery, Firenze, ottobre 2001.