Giampaolo Talani nasce a San Vincenzo (Livorno) il 13 Marzo nel 1955.
Frequenta il Liceo Artistico e l'Accademia delle Belle Arti di Firenze, dove è stato allievo di Goffredo Trovarelli.
Le sue opere fanno parte di importanti collezioni pubbliche e private. Espone a New York, Washington, Parigi, New Orleans, Innsbruck, Colonia, Amburgo, Düsseldorf, Beirut, Parigi, Berlino e collabora con le più importanti gallerie italiane e straniere.
Giampaolo Talani è un autore toscano di assoluto rilievo, con un legame molto forte con Firenze dove ha studiato e mosso i primi passi di artista. La sua origine livornese fa ricordare un altro autore, Giovanni Fattori che nell’incisione aveva trovato un modo personale di esprimere il proprio mondo poetico.
Ha maturato una profonda preparazione artistica, frequentando prima il Liceo Artistico poi l’Accademia di Belle Arti in Firenze. La curiosità che gli è propria lo ha indotto a coltivare i generi tradizionali della pittura e a sperimentare anche altre tecniche compresa l’incisione e la pittura a fresco di cui è - tra i contemporanei – uno dei pochi profondi conoscitori. Le sue opere sono presenti in prestigiose collezioni sia in Italia che all’estero (la sua pittura è molto amata in particolare negli Stati Uniti).
Di lui hanno scritto numerose personalità del mondo della cultura, e tra gli altri: Vittorio Sgarbi, Umberto Cecchi, Giovanni Faccenda, Tommaso Paloscia, Nicola Micieli, Riccardo Ferrucci.
Con "La grafica giovane", per la prima volta si trovano raccolte in unico volume le più significative incisioni del maestro, risalenti agli anni ‘70 – ’80. La nuova tiratura delle acqueforti giovanili di Talani è opera di Raffaello Becattini, maestro stampatore fiorentino, che ha voluto ricalcare nuovi fogli dalle antiche lastre, in occasione dei vent’anni di attività della sua storica stamperia, regalando così l’opportunità di conoscere anche il lavoro incisorio di Talani, conosciuto soprattutto per i dipinti e gli affreschi.
Muore a Pisa il 16 Gennaio 2018.
«I personaggi di Talani, spesso raffigurati sulla spiaggia della costa tirrenica sulla quale vive, hanno sempre una valigia in mano. Sono viaggiatori perplessi e incantati, perfettamente a loro agio nel contesto dell’atmosfera di una grande stazione, centro nevralgico della nostra società, punto di arrivo e di partenza per la folla di pellegrini contemporanei, in perenne spostamento da un luogo all’altro e in continuo confronto con l’avventura di un’esistenza di transizione, fisica e psicologica».
VITTORIO SGARBI