Vedda (Edda Vannini Bartoloni), Firenze, 1923
“...Una pittura che rivela (qualunque sia il soggetto) momenti di pienezza di vita, momenti calmi e consapevoli... Vedda ci rende il silenzioso mistero delle ore che l’artista ha passato davanti ai soggetti scelti, ostinata a convivere con essi, a trasportarli nel suo mondo segreto, a far tutt’uno della propria solitudine e della loro. Il quadro ci apre un mondo spirituale. Arriva fino a noi e ci conquista la solennità dei paesaggi (ampie distese di colline mugellane o scorci di paesi deserti) e si sente che la sosta è stata lunga e lo dichiara la robustezza della composizione.
I fiori, invece, parlano di approcci rapidissimi, le bestie confessano un bisogno di tenerezza, i nudi eccitano memorie e favolose fantasie...”
Vittoria Corti
VEDDA, UNA VITA PER LA PITTURA
Una vita dedicata alla pittura, vissuta sempre in prima linea nell’ambiente artistico fiorentino, dove non solo ha portato la propria esperienza creativa, ma ha profuso il proprio impegno nell’affermazione di tanti colleghi che sotto la sua direzione sono passati dallo storico Gadarte. Oggi Il Gruppo Amici dell’Arte rende un doveroso omaggio a Vedda, con una mostra che ripercorre cinquanta anni della sua brillante attività pittorica.
Spaziano su ogni aspetto della realtà i soggetti trattati dall’artista, fedele alla tradizione toscana della pittura dal vero, a cui fin da giovanissima si è dedicata con fervore, al fianco di noti maestri. Il paesaggio toscano prende forma sotto la sua pennellata sicura e corposa, immediata e densa di emotività, soffusa di un ampio respiro lirico che accompagna una visione naturalistica sincera e commossa, capace di giungere all’essenza delle cose.
Adatto ad incorporare una trama segnica sempre presente, il tessuto cromatico assume una forza dinamica che varia di intensità e di toni al vibrare della luce, producendo levità atmosferiche cariche di sentimento e di umori nelle vedute, mentre accanto al festoso fulgore di un mazzo di fori, si affaccia la timida fragranza di un glicine.
Ma è alla figura umana che Vedda riserva la sua attenzione più affettuosa e partecipe, degna di un colloquio interiore ininterrotto e profondo. Dalla serietà sobria e discreta del suo autoritratto alla morbidezza pudica dei nudi, allo struggente ricordo di un fatto realmente accaduto alla famiglia dell’autrice, esemplificato con delicata maestria nell’immagine del dolore silenzioso di una madre con il figlioletto in braccio, dinanzi al buio mare che si è portato via la vita del suo bambino.
Pittura che ci offre vasta materia su cui riflettere. Lezione preziosa che esce dal cuore senza fatica e senza enfasi, con verità e coscienza, con semplicità e amore. Questa è Vedda, sensibile, vivace, riservata testimone di valori universali.
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