Nata a Plovdi in Bulgaria, Vanessa Katrin frequenta l’Istituto d’Arte e poi l’Accademia di Belle Arti della sua città, laureandosi in Pittura con una tesi sull’Impressionismo. La sua precocissima vocazione per l’arte si manifesta pubblicamente fin dall’età di cinque anni, ottenendo il primo premio in un concorso scolastico internazionale di disegno indetto dalla Città del Vaticano, preludio di una gratificante ed apprezzata attività espositiva che ha visto la giovane artista partecipare e distinguersi in occasione di innumerevoli concorsi e prestigiose mostre nel suo Paese d’origine.
La frequentazione dei maggiori artisti locali ha guidato le sue prime esperienze, che unite all’amore per la cultura e la bellezza, l’hanno spinta ad ampliare i propri orizzonti conducendola in Italia per continuare a studiare e a lavorare. Dopo la collaborazione con l’atelier del Maestro Athos Faccincani, si è stabilita a Firenze, città con la quale ha subito instaurato un forte legame di attrazione storica ed intellettuale.
L’attività pittorica di Vanessa si intensifica e si apre a nuove sollecitazioni, spaziando su molteplici versanti: dalla prediletta inclinazione impressionista dove l’omaggio a Monet, interpretato in chiave espressionista, è rinvigorito dalla suggestione di un impasto cromatico dagli effetti incandescenti, al pacato immergersi in un dolce paesaggio filtrato attraverso la lente monocromatica della memoria, dal senso di attesa e di nostalgia dinanzi al mare dopo il placarsi di una tempesta, allo sbocciare rigoglioso di una cascata di fiori, al sonoro espandersi nell’aria delle note di un concerto o del ritmo dei passi di una danza.
Vanessa Katrin abbraccia con generosità ed energia la realtà visibile e quella interiore, identificandola in una veduta naturalistica o in una figura di donna il cui esibito atteggiamento esteriore è pretesto che reclama attenzione verso l’aspetto introspettivo.
La tecnica artistica, già matura e sapiente, è basata sulla sintesi tra segno e colore: il primo, rapido e vibrante, insegue l’idea, traccia la forma, scalfisce la materia; il secondo, entità viva e sensibile ai valori atmosferici e luministici, si fa liquido a simulare l’immediatezza dell’acquerello o si addensa per poi sfumare in velature e trasparenze d’emozione.
Una pittura meditata e gestuale al contempo, frutto di una ricerca continua e appassionata, di un dialogo profondo e sincero, riflesso dell’anima, del sentimento, della vita.
GABRIELLA GENTILINI
Firenze, aprile 2013