Per noi Tommaso è stato - e poteva continuare a essere - un ragazzino che, con aria trasognante, si apprestava alla Contrada senza la necessità di emergere, con la sola innata propensione ad amare in modo a volte disperato ciò che nella sua vita sta come un muro portante in una casa di sentimenti. Oggi, guardando le sue opere, prendiamo consapevolezza e diveniamo testimoni del fuoco che arde in lui, nel suo animo, spesso invisibile agli occhi di molti. Ma non ai nostri, che lo conosciamo da sempre. Pur tuttavia, dinanzi alle immagini da lui dipinte scopriamo aspetti inaspettati e comprendiamo il suo percorso interiore, il percorso di chi non è stato solo quel ragazzino che abbiamo conosciuto ma che è diventato un uomo, un padre di famiglia (una splendida famiglia) che porta in sé una grande profondità d'animo, dove i sentimenti diversi convivono in maniera complessa e spesso conflittuale, avendo sfogo, talvolta in modo impetuoso, nell'Arte. Questa eruzione di sentimenti si fa dunque in Tommaso pittura, o forse, più spesso, fotografia interiore. Nascono così immagini di figure contorte, che nel movimento esprimono un loro pathos e una loro ricerca che conduce lontano, verso un orizzonte che i loro occhi, chiusi o fissi, indicano a noi che li guardiamo. Osservando l'annodarsi reale dei personaggi e figurato dei loro sentimenti, l'intreccio del suo mondo di emozioni, non di rado indicativi di una profonda ricerca del sacro, a noi che gli vogliamo bene verrebbe la voglia di tentare di liberarlo, di consentirgli quella che a noi potrebbe apparire come una vita più leggera e forse più serena. Poi, entrando anche noi, attraverso le sue opere, nelle infinite variazioni di sentimenti che sa raccontare ed evocare, ci guardiamo bene dal farlo e rinunciamo, lasciandolo libero di esprimere artisticamente il suo mondo. È lì che noi amiamo incontrarlo, alcune volte in Contrada, altre volte nella sua Arte, sicuramente nel cuore.
Massimo Pennino
Laura Brocchi
Quello che maggiormente colpisce dalla lettura del lavoro di Tommaso Andreini è sicuramente l'entusiasmo che mette nell'esecuzione delle sue opere, facendo trasparire una passione forte ed intensa che probabilmente contiene con non poca fatica all'interno dei soggetti che sceglie e ritrae. Andreini sembra non indugiare tanto a riflettere sulle imprese che avvia: le affronta di petto e le divora, con la piena certezza di potersi misurare alla pari con qualsiasi sfida. Non sono, queste, caratteristiche da poco in un panorama odierno dove spesso i giovani, magari ben preparati e sufficientemente intelligenti, si attardano in una serie infinita di tentativi per raggiungere una dimensione che li rappresenti e li distingua, cambiando continuamente forma e sostanza, tecnica e contesto. Anche Andreini cambia, molto e spesso, ma senza rinnegare nulla dei suoi precedenti traguardi, ma piuttosto con la naturalezza di chi esprime lo stesso concetto con parole diverse ma di uguale significato, con dei sinonimi che di diverso presentano soltanto la grafia. Scorrendone le opere, specialmente quelle riferibili a soggetti "sacri" o anche quelle che riproducono personaggi e vicende della storia, si possono anche individuare alcuni suoi "maestri", forse involontari, ed è proprio in questo caso che si riesce a cogliere qualche spunto di derivazione ed una certa somiglianza con altri artisti. Ma la tensione che non si può non cogliere nella tessitura del dipinto ci riconduce inevitabilmente ad una cifra assolutamente particolare, se non proprio unica. E' anche chiaro quanto debba alla tradizione senese, di cui è sensibilmente preso. Apprezza evidentemente gli esempi che in questa città si propongono ai suoi abitanti e a quanti comunque la frequentano e la amano. Tommaso è attento ai modi attraverso cui si è sviluppata ed affermata la scuola artistica di Siena ed il particolare gusto che essa ha saputo generare e che ci rende allo stesso momento - noi senesi, noi che abbiamo respirato l'aria particolare delle nostre colline - chiusi nelle nostre convinzioni ma anche aperti al mondo e alle sue sfide. Tutto questo credo si possa apprezzare nel lavoro di Tommaso Andreini, un giovane senese cui si prospetta un avvenire denso delle soddisfazioni che merita.
Massimo Bianchi
Comune di Siena
Che dire delle opere pittoriche di Andreini? Avevo comprato anni fa il quadro di un ragazzo, da poco uscito da scuola, con una buona mano e bel senso del colore, ma ancora ingenuo e scolastico nella rappresentazione, seppure bella e colorita, di una campagna toscana (questo è il soggetto del quadro che adesso è nel mio salotto)ed ora, analizzando le ultime tele della serie INFERNO, trovo le opere di un uomo con una personalità complessa, che ha composto rappresentazioni drammatiche, fatte di corpi sofferenti, all'insegna di una maturità personale, di approfondimenti e di tanto studio per migliorarsi. In comune con il ragazzo di dieci anni fa, sempre il forte senso del colore e la chiarezza compositiva. Noto in alcune opere anche un sottofondo fortemente onirico: uomini, donne e colori sembrano usciti da un sogno, un incubo, da un terrore o anche da una speranza (mi richiamano in qualche spunto il grande Chagal, di cui ho visto recentemente una mostra a Roma). In altre opere l'arte mi sembra farsi religiosa e mi parla del Cristo fattosi uomo e morto in Croce; magari queste sottolineature spirituali sono solo nella mia mente e si tratta piuttosto da parte di Andreini, della rappresentazione dell'uomo sofferente o meglio dell'intera umanità che soffre. D'atro canto, l'Inferno dantesco è proprio questo. In altre opere ancora prevale lo studio dei corpi, delle espressioni, dei movimenti.. con risultati efficaci e in linea con le tendenze dell'arte contemporanea, con sapiente mescolanza di disegno, colore e astrattismo.
Patrizia Turrini
Archivio di Stato di Siena
"Mani, Intervista a Tommaso Andreini"
La passione di Tommaso Andreini per la pittura nasce fin dall'infanzia ma il suo percorso di studi non è stato quello artistico più canonico. Ha conseguito il diploma da perito edile sebbene desiderasse frequentare l'Istituto d'arte. La pittura si è sempre manifestata nella sua vita come un'esigenza imprescindibile accompagnandolo continuamente. La sua attività lavorativa attuale si lega strettamente al mondo dell'arte, della decorazione e del restauro presso la ditta Voltolini. Si è inserito con grande successo nell'ambito artistico senese del Palio realizzando svariati lavori commissionati dalle Contrade che gli hanno permesso di far conoscere ed apprezzare le sue capacità artistiche richieste anche per la collaborazione in Palii provinciali e nazionali. Ha esposto le sue opere in diverse collettive di artisti organizzate dalle contrade nel territorio senese. Grazie a queste esperienze di visibilità, incentivato anche da amici ed estimatori, il desiderio di esprimere liberamente la sua vena artistica personale è divenuto urgente. La necessità di comunicare la sua personale visione e di scavalcare i confini di un lavoro impostato su canoni determinati, si è manifestata a Tommaso in maniera così violenta da non poter essere ignorata. La scelta di cimentarsi in una produzione completamente nuova, lontana dal mondo contradaiolo è stata a lungo meditata ed è relativamente recente. Il primo progetto che nasce da questa evoluzione personale ed artistica è la serie pittorica intitolata INFERNO; si tratta di oltre 30 tele di ambito figurativo che raffigurano con grande potenza le scene e i personaggi dell'immortale poema dantesco. L'inesauribile fascino che scaturisce dall'opera basilare della lingua e della cultura italiana, si mescola al legame profondo che Tommaso avverte nei confronti di quell'epoca Trecentesca splendida e fiorente, che è impressa nel Dna di ogni senese come un segno distintivo delle proprie origini. Dalla profonda passione per la Divina Commedia Andreini delinea non solo le ambientazioni ma anche i volti dei più noti personaggi danteschi con tratti duri e scanditi che denotano una certa ammirazione per il disegno di Guttuso. In questa serie di dipinti la grande espressività che emerge, si concretizza attraverso un segno deciso e fortemente delineato. Lo studio del disegno, delle forma, del chiaroscuro delle figure concrete e modellate, danno vita ad una galleria di immagini che evocano pienamente le forti sensazioni che scaturiscono dalla lettura dai versi del sommo poeta. Visi, corpi, scenografie, forme, si alternano con un linguaggio che mescola sapientemente antico e moderno. L'utilizzo dei materiali è improntato su una grande libertà: smalti, olii, acrilici, danno vita a tele stupefacenti e diverse. All'interno della serie dedicata all'Inferno si inseriscono le magnifiche tavole in legno realizzate da Andreini che riconducono alla memoria lo stile trecentesco della bottega di Duccio di Buoninsegna; la sapiente mano di Tommaso impiega con perizia i materiali e le tecniche antiche come l' oro a foglia, la punzonatura e l' invecchiatura con la gommalacca, riuscendo a riportare in vita le preziose Biccherne senesi sinonimo di ricchezza e raffinatezza. Il ciclo di opere dedicate al tema dell' INFERNO anticipano e si legano con i successivi esperimenti espressivi attuati dall'artista nella recentissima serie intitolata MANI. La forte espressività, la libertà interpretativa e il contrasto reso vivo dalla scelta di colori e materiali diversi, accomunano le ricerche ma l'artista con i suoi ultimi lavori, si stacca definitivamente dalla scelta pittorica figurativa per approdare alla realizzazione di vere sculture dalla interessante tridimensionalità. La serie MANI nasce da un'esperienza personale che ha permesso a Tommaso di riflettere sulla varietà delle forme di linguaggio e sulla forza del gesto. L'abituale espressione caratterizzata dall'uso quotidiano della parola, viene toccata in profondità dall'incontro casuale con un linguaggio diverso ma potente che si esprime unicamente con la gestualità . Un fatto apparentemente banale come l'incontro con un sordomuto conduce l'artista ad una profonda riflessione sulla forza del gesto: ".Avevo capito" - narra Andreini - "quanto fossero espressive ed importanti le nostre mani; con esse puoi parlare, puoi lavorare, puoi dimostrare affetto ed ogni forma di emozione..". La forte ispirazione che nasce da questa esperienza, ha dato vita ad una interessante serie realizzata con l'uso dei materiali più diversi ed improntata su una sorprendente libertà e varietà espressiva; il legno, la terra mischiata con composti vinilici, i tessuti stropicciati, il ferro, sono protagonisti. Dal materiale lucido e granuloso, pastoso e vibrante di colore che trasmette sensazioni tattili, emergono in forte contrasto, le dita bianche in gesso a volte inquietanti per il senso di naturalezza che comunicano attraverso la delineazione precisa delle piccole pieghe, delle vene e delle unghie e grazie agli scorci particolari che descrivono posizioni ardite e verissime. Le 23 opere che compongono la serie MANI sono affascinanti per l'unicità e la grande varietà di risultati: simbologie misteriose sembrano nascondersi all'interno di queste opere che mandano un messaggio forte e positivo a dispetto della prima apparenza e dell'uso di colori scuri. Il gioco di contrasto si fa più profondo, la vitalità della mano che esce con forza dal materiale è simbolo di rinascita, l'artista è interessato alla descrizione della potenza della vita che si libera dal supporto "morto" e immobile della tela per raggiungere lo spettatore. Queste opere sono il risultato della riflessione sulla lotta che viene costantemente messa in atto da ogni anelito di vita. Queste opere sono un vero inno alla vita e alla libertà; le mani si aggrappano disperatamente alle sbarre di immaginarie prigioni invocando un forte desiderio di fuga o stringono cortecce di alberi secolari alla ricerca di una piena armonia con la natura fonte inesauribile di vita. Per la prima volta con la serie MANI l'artista permette al suo inconscio di emergere completamente mettendo in campo una vera e propria rinascita artistica e personale. Grazie al lavoro di restauratore che attualmente svolge e agli studi di edilizia i materiali che vengono spatolati, invecchiati, patinati, non hanno segreti per l'artista che si cimenta continuamente in studi e ricerche con la curiosità di uno sperimentatore. Ogni esperienza della sua vita si è incastonata in un percorso artistico ricco ed interessante che è oggi in piena fioritura; desidero augurare a Tommaso che la sua arte continui in futuro ad esprimersi in continua e febbrile libertà.
Cristina Broggi
Mostre
1999 Mostra collettiva nella Contrada della Selva.
2002 Personale di pittura nella Botteghina di Rompicollo.
2011 vinto il 2° premio del concorso Chianinart di Bettolle.
2011 premiato tra le 4 migliori opere del concorso di pittura estemporanea organizzato dall’associazione “il Cenacolo” di Sangimignano.
2011 mostra personale d’arte patrocinata dal Comune di Firenze, quartiere Q4 negli splendidi locali della limonaia di Villa Vogel, dal 1 al 15 giugno.
2011 Maggio mostra nei locali del Comune di Firenze nella limonaia di Villa Vogel.
2011 Luglio mostra nei locali (ex Pescherini) del Comune di Gaiole in Chianti.
2011 Settembre mostraal Museo Archeologico comunale De La Grange, di Allumiere Rm.
2011 Ottobre commissionato dalla Fises di Siena, realizza il Minimasgalano 2011, vinto dalla Contrada Sovrana dell’ Istrice.
2011Ottobre mostra personale permanente nelle stanze del locale “Le Logge” di Montalcino.
2011 Ottobre collettiva nei locali del Comune di Firenze di Villa Strozzi con Alberto Inglesi, Vittoria Marziali, Luciana Staderini ed altri artisti locali.
2011 Ottobre selezionato da Artist in the World di Roma.
2011 Novembre Mostra personale nell ‘Auditorium della Banca di Monteriggioni presso Siena organizzata dall’ass.ne Onlus Per.La a favore dei bambini delle Filippine. In quella occasione e’ stata donata un’opera messa all’asta e il cui ricavato e’ stato devoluto in beneficenza a favore della suddetta Associazione.
2011 Dicembre realizzato per la Chiesa di S. Andrea alle Grotte (SI) una tela di 2mx1,5m rappresentante il martirio di S. Andrea. Tale opere e’ stata presentata e benedetta la notte di Natale 2011.
2012 Gennaio alcune sue opere sono esposte al la Galleria d’ Arte Contemporanea Mentana di Firenze che ha fortemente voluto intrattenere rapporti con Andreini.
2012 Febbraio Con la prestigiosa Galleria fiorentina partecipa ad una Mostra dal titolo “Spazzi Aperti”, in cui sono inseriti artisti di spessore nazionale ed internazionale.
2012 Aprile Evento di beneficenza organizzato dal reparto di Pediatria dell’Ospedale di Siena. In quella occasione un opera e’ stata venduta all’ asta a favore del suddetto scopo benefico.
2012 Maggio Partecipa alla Mostra collettiva nel chiostro della Villa Vogel a Firenze, organizzata dall’ufficio cultura del Comune fiorentino.
2012Giugno realizza le” Brocche dell’Imperatore”per il Comune di S. Quirico d’Orcia. Sono 2 sculture che andranno in premio al Quartiere che si aggiudichera’ la 25° Festa del Barbarossa.
2012 Luglio Mostra personale dal titolo “lo spazio e la forma dell’irreale”, allestita a Palazzo Chigi, sede del Comune di S. Quirico d’Orcia e patrocinata dallo stesso Comune della Vald’Orcia.
2012 Dicembre Inaugura la sua Galleria privata in via del Porrione 68 a Siena, dove lavora ed intrattiene rapporti.
2013 Luglio Mostra collettiva al Palazzo dei Priori di Colle Val D'Elsa (SI) dal titolo FANTASYA organizzata dall'associazione Expoart.
2013 Agosto "Artisti sotto le stelle" Evento svoltosi in Piazza del Campo a Siena.