Mohammad Sami Burhan nasce ad Aleppo (Siria) nel 1929 e già a sette anni si interessa di calligrafia islamica. Nel 1944 diventa allievo di Husein Husni, già primo calligrafo del Sultano di Istanbul. Conclusi di gli studi alla Scuola di Commercio, inizia l’insegnamento elementare nel 1948.
Professore alla Scuola Magistrale di Aleppo, nel 1954 visita l’Italia e la Francia, studiando grafica e frequentando diverse Accademie. Dopo la mostra d’esordio ad Aleppo, la sua carriera conosce una forte accelerazioni, con esposizioni a Leningrado, Il Cairo, Varsavia, Praga, Budapest, Sofia, Bucarest, Berlino, Belgrado, Damasco, Vienna, Graz. Invitato nel 1964 alla Biennale di Venezia, tiene poi mostre a Damasco, Roma, Torre Annunziata e si diploma nel 1965 in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma, conseguendo nel 1967 il diploma in Scultura. Dalla fine degli Anni Sessanta la sua attività è particolarmente intensa. Dopo avere iniziato a dipingere il "reale" come dimostrano i suoi primi disegni di paesaggi, di fiori e ritratti per poi giungere attraverso il contatto della cultura orientale con quella occidentale ad una pittura originale: forme reali e segni astratti si intrecciano in un armonia di colori e trasparenze creando un ritmo musicale di chiari e scuri. Con l'intreccio delle lettere arabe i suoi quadri raggiungono l'astrazione e in ogni quadro vi è un messaggio universale " Salamun - Pace", "La gente è uguale come i denti del pettine" , "Sì alla vita no alla droga" "Non danneggiare gli altri ma neanche te stesso" "Scegli il perdono e ordina il Bene" "Non dire quello che non sai" e molti altri ancora come si legge nell'elenco delle sue opere del catalogo Sami Burhan edito nel 1996.
Nel 1974 insegna calligrafia islamica all’Università di Roma, mentre nel 1986 è il prima artista arabo scelto dall’ONU per disegnare una litografia, una busta e dei francobolli contro la droga.
Dal 1973 ha uno stretto rapporto con i reali d’Arabia per i quali ha realizzato una grande statua (100 tonnellate) per l’Università Re Sud di Riyad (1973), quattro pitture murali di 18 metri, oltre ad un’altra statua, per la “Città medicale Re Fahd” di Riyad e altre opere per l’aeroporto di Geddah. Nel 1993 viene dichiarato “pioniere dell’arte araba” alla Prima Biennale degli Emirati Arabi Uniti.
Dopo avere fondato a Massa Carrara nel 1995 il “Centro culturale Italo-Arabo per l’arte Contemporaneaarabo-italiano”, nel 1999 partecipa alla mostra “Arte e sufismo” presentata nei musei di Homs, Damasco, Aleppo e alla facoltà di architettura di Latakya. Mostra che nel 2011 viene portata alla sede UNESCO di Beirut.
Dopo l’antologica tenutasi nel 1996 a Reggio Emilia e Cadelbosco Sopra, nel 2000 il comune di Montecchio gli ha dedicato una personale, mentre del 2002 è la mostra “Mediterraneo sacro” all’Università di Catania e al museo laboratorio di arti visive nella facoltà di Architettura di Siracusa
Vive e lavora tra Massa ed Aleppo dove ultimamente ha stabilito la sua residenza.
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