Entrando nello studio del Maestro gli occhi incontrano l’essenzialità.
Tutt’intorno le opere si svelano lentamente, attraverso i colori – primariamente il rosso, con cui il Maestro firma ogni sua opera – il blu ed il giallo. La tavolozza è ricca ma non confusa, non caotica, musicale e profumata come l’iris, delicata edavvolgente, sopra ogni cosa lineare, sintetica, brunelleschiana. Luciano Borin nasce in provincia di Rovigo, ma è forte e definito il suo essere fiorentino, per formazione accademica e per l’insegnamento di Discipline Pittoriche all’Istituto d’Arte. La strada percorsa si rispecchia nel disegno concreto delle figure in cammino, mai ritratte, masempre avvolte e attraversate da tutto ciò che le circonda: il mare, uno scivolo, la banchina della Darsena, la luce del sole, la quotidianità in ogni suo dettaglio, stagione, momento; sia essa gioco, riflessione, passeggiata o sorriso di libertà finalmente raggiunta con l’arrivo dell’estate. Tutto è ben scandito dal tratto di opere in opere, riquadri e quadri quotidiani in cui viviamo, con cui – spesso inconsapevolmente – comunichiamo, circondati e attraversati, o attraversanti, dalle mille macchine, suoni, colori, parole, luci della nostra vita.
Giulia Bacci
Luciano Borin. Il 'bello' che non salva ma ci fa riflettere
Già nel 2003, parlando delle opere di Luciano Borin, osservavo come, ad una prima e superficiale vista, queste potessero apparire semplicemente iperrealiste. Nulla di più errato. La precisione dei personaggi (quasi acribia anatomica) ed i colori luminosamente realistici, infatti, non disvelano gelide impressioni 'fotografiche' di asettiche nature 'morte'. La sua pittura si configura come un'introspezione ed un'impietosa analisi della società moderna, dei suoi miti consumistici e della crisi esistenziale della coppia, più latamente degli interi e complessi rapporti umani. Istantanee colte nella vita comune di tutti i giorni, in quel ripetersi monotono di gesti e di azioni che immortalano il divenire del quotidiano. Sia che si tratti di amiche che vanno in giro per lo shopping, sia che si tratti di donne 'insignificantemente' qualunque in fila alla cassa di un supermercato, di coppie mature o di turisti, il suo 'resoconto' diviene denuncia di quella solitudine moderna pur nello stare fisicamente insieme, di quell'eutanasia dell'amore dissolto dalla routine, della ricerca spasmodica di fuggire nel divertimento e nella vacanza, rimanendo sempre interiormente insoddisfatti e gelidamente non coinvolti neppure dalla bellezza dell'arte e dei monumenti ('consumati' come prodotti industriali di un fast food, divenendo 'droga' che stordisce, spersonalizza in un'atarassia senza gioia né conoscenza vera).
E proprio questo sorprende: al di là della precisione fisionomica dei personaggi, quasi ritratti (quindi specifici 'individui'), in realtà la sua 'gente' è gente senza volto, pianificata in una perversa fabbrica globale di automi alienati ed alienanti. Attratto concettualmente dalla moltiplicabilità 'anonima' dell'immagine, per altra via rispetto a Renato Mambor, egli persegue una sorta di 'campionatura statistica' di uomini, per poi giungere ad illustrazioni di azioni e di 'verbi' elementari e quotidiani (camminare, fare la spesa, prendere il sole, stare seduti, fotografare, ecc.), attraverso una voluta e lapalissianamente esibita neutralità di giudizio, che è conseguenza del rifiuto di considerare l'artista come un individuo privilegiato nella società umana. In un certo qual senso, proprio come Mambor (il grande artista della Scuola Romana recentemente scomparso), per Borin l'arte serve a pulire lo sguardo, renderlo luminosamente cristallino, superando i puri sensi offuscati dalle abitudini e dai pregiudizi, che sono un filtro davanti agli occhi e ci inducono a vivere in un mondo stereotipato dal quale indirettamente e quasi inconsciamente il pittore ci invita ad uscire. L'arte, in tal modo, senza enfasi apologetica, insinua un cuneo in questo meccanismo spersonalizzante. Bisognerebbe iniziare a guardare le opere di Borin a palpebre chiuse, cosicché una parte di noi guardi prima dentro noi stessi per uscire dal conosciuto scontato e banalizzato. Immagini come riportate all’interno di una poetica del segnale riformulata mediante un'analitica sensibilità pittorica.
Alla psicologia della percezione dell’'osservatore' fanno riferimento i suoi perfetti nudi di donna veduti da anodini uomini astanti, che contemplano, freddi e distaccati, la bellezza femminile, come critici d'arte di fronte ad un quadro. Giovani donne, belle e sensualissime, svelano tutte le loro ‘nudità’ luminose e minuziosamente descritte, come sotto i riflettori di un fotografo della moda o dell’eros. La figura dell’uomo, quando vi compare, è sempre di corollario, denunciando una profonda incomunicabilità personale, congelata in un estetizzante distacco emotivo. L'uomo è visto di fronte, vede ma in realtà non guarda in profondità, è come fosse ritratto di spalle, invitando - al contrario - il 'ri-guardante' ad esplorare coscientemente l’atto stesso del vedere. L’universo femminile contemporaneo è descritto in tutti i suoi contraddittori aspetti: seduzione, romanticismo, snobismo, solitudine, cinismo, rabbia, maternità, ‘volgarità’, ingenuità, liberazione, intellettualismo, desiderio, con una componente fortemente dominate e felina (cui il simbolo ricorrente della presenza del gatto vicino alla donna fa esplicito riferimento). Ciò che Borin pare voler dire attraverso questi pretesti visivi (pseudo-ritratti, ma in realtà immagini di donne inesistenti, non vere modelle in carne ed ossa, al di là di quanto l'impeccabile tecnica possa farci credere) è che la pittura non ha il dono della verità assoluta né quello di dare giudizi o soluzioni ai problemi dell’uomo e della società, ma può dare indicazioni, far luce, porre velati interrogativi all'interno delle nostre coscienze assopite. La ricerca del vero è un’esperienza che deve essere lasciata 'decantare', per poi essere recuperata al di là dei codici preconcetti.
Borin ci parla di 'luce', di 'pulizia' dello sguardo, di coppia e di rapporto uomo-donna, invitandoci a credere nell’importanza quasi demiurgica delle relazioni umane, senza le quali il mondo non potrà sussistere che come volgare e asettico automa.
Se un insegnamento un artista può darci, è solamente quello di fornirci una nuova prospettiva sulle cose e sulla società, sul mondo tangibile e non, di donarci una problematica panoramica 'sghemba' sulla vita, non più omologata, né arresasi al pragmatismo cinico della massificazione dei prodotti e dei cervelli. Questo punto di vista 'sghembo' sull'esistenza umana e sul mondo che ci circonda, questa visione 'altra' dal perbenismo borghese del luogo comune, che si esplica come in un'accademica visione a prospettiva centrale, pare simbolicamente e psicologicamente sottolineata dalla dimensione strutturale-compositiva del quadro nel suo complesso, che supera quella coloristicamente e staticamente pseudo-iperrealista dei singoli personaggi nelle ambientazioni che li circondano e, appunto, li 'inquadrano'. Una scomposizione fantastica dell’ambiente, una sorta di riconciliazione, o meglio di connubio, tra verismo ed astrazione. Così, le frantumazioni di superfici e di spazi in cristallografiche forme geometriche richiama alla mente le grandi correnti del Novecento avanguardistico, dal Futurismo con le sue ondulazioni vorticosamente dinamiche al Cubismo e ai sui segmenti ad incastri di piani antiprospettici. I paesaggi, gli interni divengono evanescenti e si ‘intersecano’ con le figure in una sorta di sovrimpressione fotografica che crea una specie di fantasmi immateriali e diafani, che si mescolano, si confondono, si giustappongono, creando un'entità a più livelli diacronici, diversa da quella cosiddetta oggettiva dell'azione sincronica della quale sono nebuloso specchio, come una realtà 'astratta' nei ricordi che sbiadiscono e nei sogni freudiani della mente umana (da qui il titolo della mostra, Sovrapposizioni e trasparenze, con ambiguo e ammiccante riferimento alla tipologia pittorica di Borin e al significato semiotico sotteso).
Una pittura figurativa 'bella' da guardarsi, ma che ci invita sulla strada di quel 'vedere' che parte dall'interno di noi e ci conduce verso i sentieri di un'arte che dovrà necessariamente incamminarsi - se vuole sopravvivere alle mere 'masse in scena' di 'quadri' stereotipati, scontati e oramai già veduti fino alla noia - verso il superamento fra astrazione e realtà, fra una tradizione spesso popolareggiante ed oleografica ed un'oramai obsoleta 'rinnovazione' solo apparentemente 'sorprendente' e gestualmente pseudointellettuale, spesso ancora ancorata ad un superato neodadaismo o ad un minimalismo propri del secolo scorso.
Giampaolo TROTTA
Impeccabile e imprevedibile...il realismo di Luciano Borin
Incline da sempre ad un realismo impeccabile, Luciano Borin non ne ha mai fatto un risultato estetico fine a se stesso riducendolo a mera ritrattistica né indulgendo ad esercizi di iperrealtà. Anzi lo ha nutrito continuamente di declinazioni originali e coraggiose in un arricchimento di contenuto e di forma. Sua cifra si è ben presto rivelata infatti la libertà di piegare la rispondenza al vero ad imprevedibili connessioni con modalità espressive altre, compreso l'informale, riconducendo anche questo ad una suscitazione straordinariamente tridimensionale.
I suoi soggetti sono personaggi colti in momenti di vita, in interni e in esterni, in atteggiamenti si direbbe “naturali” - una coppia in salotto, una ragazza che fa colazione di fronte alla finestra, turisti presi a fotografare monumenti - messi in scena in uno spazio che non è solo elemento di impaginazione ma protagonista anch'esso della narrazione. Spazio scandito da piani che si intersecano e che si sovrappone alle figure in un sapiente gioco di trasparenze e con intromissioni simboliche come recentemente le lettere dell'alfabeto.
Gli stessi valori, compositivi e linguistici, così peculiari della sua pittura, ricorrono nei pastelli che, indubbiamente, per la policromia, acquisiscono sembianze pittoriche, ma lo stesso si può dire dei suoi disegni - tecnica così antica e desueta nella quale eccelle nel sapore contemporaneo - nei quali non si soffre affatto l'assenza del colore.
A chiusura di un testo dedicato a Luciano, scritto alla fine degli anni Novanta, rileggo: “...il tema figurale sublime e prepotente nel suo ammiccamento al vero, si riscatta dalla freddezza di una rappresentazione d'effetto fotografico e si carica di significati più allusivi...”; a distanza di un quindicennio non posso che constatare la coerenza e la continuità dell'artista, seppure sempre “in progress”, e a quel finale aggiungerei soltanto che la sua è una lettura non visionaria bensì critica della realtà e dei suoi stereotipi.
Roberta Fiorini
• 1973 – Personale: Alfa Cure, Firenze.
• 1974 – Collettiva: Camera del Lavoro, Viareggio
• 1975 – Personali: Studio d’Arte Duomo, Prato; Studio d’Arte Scarnicci, Firenze. Collettive: La saletta, Firenze; “30 anni di pace”, Palazzo dei Congressi, Firenze; Circolo Incontro, Firenze:
• 1978 – Personale: Galleria Inquadrature, Firenze.
• 1980 – Personali: Galleria Fumagalli, Bergamo; Galleria Inquadrature, Firenze. Collettiva “Sport e Arte nell’ambiente”, Castello Malaspina, Massa. Partecipazione alla 4a Rassegna Città di Cascina.
• 1981 – Personale alla Galleria Sanvitale, Bologna. Collettive: Galleria Fumagalli, Bergamo; Galleria Inquadrature, Firenze. Partecipazione alla Prima Rassegna d’Arte contemporanea, Monopoli Val d’Arno (Pisa).
• 1982 – Personale alla Gallerie Tardy, Enschede (Olanda). Partecipazioni: Expo Arte, Bari; “Giovani Presenze Artistiche in Toscana” VI edizione, Forte dei Marmi; Biennale di pittura “Aldo Roncaglia” XIX edizione, S. Felice sul Panaro (Modena); Premio “Romolo De Martino”, Palagio di Parte Guelfa, Firenze. Collettive “Di terra e di mare” Stabilimento Elioterapico della Marina Militare, Taranto; “i2 Artisti Toscani”, Galleria Nuova Taras, Taranto; “50 Proposte per un collezionismo”, Galleria Teorema, Firenze.
• 1983 – Personale alla Galleria l’occhio, S. Felice sul Panaro (Modena). Partecipazioni: Siena 82 – seconda edizione, Siena; Expo Arte, Bari; X Premio Sulmona. Collettive: Galleria Malatestiana, Rimini; Galleria Re di quadri, Livorno; Galleria d’Arte Moderna, Forte dei Marmi; “Il nudo, oggi”, Galleria Teorema, Firenze. Esecuzione di un pannello nell’ambito di “Sette pittori per una chiesa”, Civitella della Chiana (Arezzo),
• 1984 – Personali: galleria Teorema, Firenze; galleria Nazionale, Lucca. Collettive: “Arte e scuola per al pace”, Comune di Lizzano (Taranto); “Omaggio a Modiglioni”,Centro per le Arti Visive A. Modiglioni, Scandicci (Firenze). Partecipazione all’Expo Arte di Tirrenia (Pisa).
• 1985 – Personale Arte + Arte Pratilia, Prato. Collettive: “Sguardi sull’uomo”, Centro di cultura Casa del Guidi, Sesto Fiorentino (Firenze); “Saluto alla primavera”, patrocinato dal Comune di Firenze presso la Pia Casa di Lavoro Montedomini, Firenze; Pro Loco di Francavilla (Messina).
• 1986 – Personali: Palazzo Pretorio di Sansepolcro (Arezzo); Galleria Teorema, Firenze. Collettiva “4 Artisti Toscani”, Galleria Banelli , Trieste.
• 1987 – Personali: Sale Comunali Logge Vasari, Arezzo; Galleria Fumagalli, Bergamo. Collettiva “Segno d’inzio”, Galleria Teorema, Firenze.
• Partecipazione a “L’Arte premia lo sport”, Fiesole (Firenze).
• 1990 – Collettive: “Esplorazioni I”, S. Vincenzo a Torri (Firenze); “Aspromonte con Arte “ Bottega Spilinga, Gerace (Reggio Calabria); “Diciotto per ventiquattro” Galleria Wicher, Wuppertal (Germania).
• 1991 – Collettiva “Eclettiche visioni 2”, Galleria comunale, Certaldo (Firenze);
• Realizzazione Manifesto per Ascoroma Mutua Assicuratrice Comunale Romana. Partecipazioni: 3a Biennale “Comune di Tione” (Trento); XII Premio Nazionale “Città di Civitella” (Arezzo); “Premio Italia per le Arti Visive” (con assegnazione di mostra personale e servizio redazionale sulla Rivista Eco d’Arte Moderna). Realizzazione copertina del volume “La memoria e lo specchio”, Collana Piccola poesia, edizioni Il candelaio. Collettiva “Six Toscany Artists”, Realist Art Society and Gallery, San Francisco (USA).
• 1992 – Personali: Galleria Bruno Lucchi, Levico Terme (Trento); Sala Ar/tè, Hotel Balestri, Firenze. Collettive: “Piccolo formato”, Galleria Teorema , Firenze; “Blocco per Artisti” (itinerante) Marmirolo (Mantova) e Saint Denisi (Isola La Reunion); “Dell’immagine e della materia”, Palazzo della Loggia, Noale (Venezia); “Fantastici incontri”, Ex Convento del Carmine, Firenze.
• 1993 – Collettiva nell’ambito del VI Premio Internazionale “Rodolfo Valentino”, Castellaneta (Taranto).
• 1994 – Collettiva “Blocco per Artisti” (itinerante) Riva Sinistra Arte, Firenze E Cecina Sul Lago di Garda. Partecipazione al “Premio Italia” Palazzo Marini, Rosignano Marittima (Livorno).
• 1995 – 1996 – 1997 – Pur partecipando saltuariamente a collettive questo periodo è stato dedicato a ricerche sulle tecniche e sull’iconografia nella pittura dal ‘300 al ‘900.
• 1998 - Collettiva “Blocco per artisti”, Villa Balestra, Rodigo (Mantova). Partecipazione (e pubblicazione nell’Antologia) al “Premio Firenze”. Inserimento nel Volume “Hanno inciso” edito da Il Candelaio.
• 1999 – Partecipazioni: Premio Italia, Certaldo; Biennale d’Arte “La Torre”, Pontassieve (Firenze); Etruriarte, Venturina (Livorno). Collettve: “Un fiume e le sue terre” (omaggio all’Arno di 200 pittori), Villa Bellosguardo, Lastra a signa (Firenze); Pro Loco, Montepiano di Vernio (Prato), Centro d’Arte Moderna, Pisa; “Il vino nell’Arte”, Sala della Scherma, Fortezza da Basso, Firenze; “Virgin Expression”, Ex Magazzini Generali, Roma; “Artisti a Villa Caruso”, Villa Gisella, “Artisti del 2000”, Galleria del Centro Arte Bologna; Bologna; Firenze. Realizzazione della copertina del volumetto “Canto a Maria”, Edizioni Il Portone/letteraria, Pisa.
• 2000 – Personali: “Realtà immaginate”, Centro d’Arte Puccini, Firenze; Centro Arte Moderna, Pisa. Collettive: Villa del Poggio Imperiale, Firenze; “Percorsi 4”, Palagio di Parte Guelfa, Firenze; “Album dal Premio Italia per le Arti Visive”, Ex Convento del Carmine, Firenze; “Il vino nell’Arte”, Sala Topical, Montespertoli. Copertina della Rivista Eco d’Arte Moderna (marzo/aprile) quale 1° premio (sede di Capraia, Firenze) del Premio Italia 2000.
• 2001 – Personale presso l’Associazione degli Industriali, Firenze. Collettive: “L’Arte nel Quartiere”, Centro d’Arte Puccini, Firenze; Ospedale di Careggi, Reparto chirurgia, Firenze.
• 2002 – Personale alla Galleria Pitti, Montecatini Terme (Pistoia).
• 2005 – Personale presso la Casa del Popolo di Settignano (Firenze); Collettiva presso CENTROARTEMODERNA di Pisa - dal 5 al 15 settembre 2005 “Arte in Toscana”; Personale presso A.R.C.I. Babilonia di Cerbaia V. P. (Fiorente).
• 2006 – Collettiva presso CENTROARTEMODERNA di Pisa - dall'otto al 19 aprile “ Archivio d'arte: femminilità.
• 2009 – Collettiva presso CENTROARTEMODERNA di Pisa - dal 4 al 15 aprile Archivio d'arte. “Collezione GAMeC CentroArteModerna 2009”.
• 2009/2010 – Collettiva presso CENTROARTEMODERNA di Pisa - dal 5 dicembre 2009 al 7 gennaio 2010 “Grafica d'Autore. Opere Scelte. IX Edizione”.
• 2013 – Collettiva presso CENTROARTEMODERNA di Pisa - dal 23 febbraio al 6 marzo 2013 “Eros. Contemporary ART”.
• 2006 – Collettiva Galleria Centro Arte Moderna “Archivio d’Arte: femminilità” – Pisa
• 2009 – Collettiva Galleria Centro Arte Moderna “Collezione GAMeC CentroArteModerna 2009” – Pisa.
• 2009/10 – Collettiva Galleria Centro Arte Moderna “Grafica d'Autore. Opere Scelte. IX Edizione” – Pisa
• 2013 – Collettiva “Eros. Contemporary ART”, Galleria Centro Arte Moderna – Pisa
• 2014 – Collettive: “Wonderful Alice”, Simultanea Spazi d’Arte – Firenze; “Le vie dell’Arte”, Galleria d’Arte Mentana – Firenze; “Artisti In Simultanea”, Simultanea Spazi d’Arte – Firenze;
• 2015 – Personali: “Sovrapposizioni e trasparenze”, Limonaia di Villa Vogel, Firenze; “Scene di vita”, Biblioteca Comunale di Pontassieve, Firenze; - Collettive: “Variety”, Galleria Spazio Porpora, Milano; “6 x 6”, Galleria All’Angolo, Mendrisio – Svizzera.
• 2015/16 – “Artisti in Simultanea”, Simultanea Spazi d’Arte – Firenze;
• 2016 – Personali: “Tipologie di gesti”, Biblioteca Comunale di Bagno a Ripoli, Firenze; - Collettive: “Arte contemporanea al Forte”, Museo Guidi – Forte dei Marmi, Lucca; “Arcipelago” Galleria The Ballery, Berlino; “Corpo Sacro” – On Art Gallery – Firenze.
• 2017 – Collettive : “Nelle stanze di Bacon” – Simultanea Spazi D’Arte – Firenze; “Le infinite visioni dell’anima” – Galleria Immagini – Cremona; “Quattro” Firenze Art Gallery – Firenze.