"Sguardi sul quotidiano"
Dall’informale al digitale. Il passo non è tanto breve, ma Andrea Tirinnanzi lo ha compiuto con disinvolta maestria e con tenace passione, dedicandosi negli ultimi anni, ad un’arte più “pulita” perché evita il contatto diretto con i colori e più intellettuale perché richiede perfetta conoscenza e padronanza di uno strumento ormai protagonista della nostra vita, il computer.
Attento, curioso, ironico, Tirinnanzi raccoglie i suoi continui sguardi sul quotidiano inventando fantasiose composizioni realizzate con i più diversi oggetti d’uso comune, anche di recupero, accostandoli ed assemblandoli tra loro per temi di attualità, come il consumismo, con le carte di credito, le lattine di bibite, o gli ultimi respiri della Lira, ovvero “la fine di un’epoca”. Ma c’e anche l’omaggio al Carnevale e alla musica, accanto al modo romantico o scherzoso con cui tratta la figura umana e le sperimentazioni sulla materia delle cose, compresa l’effervescenza della Coca-Cola.
E ancora, il risultato delle più diverse situazioni catturate dall’obbiettivo della sua macchina fotografica, che una volta riversate nel computer, Tirinnanzi riesce a piegare ad ogni suo volere. Soluzioni estrose, ma sempre immagini ben studiate, che possiedono un loro significato e contengono un messaggio, più o meno esplicito, nell’armonia gradevole del loro essere.
Elaborazioni, sovrapposizioni, giochi di colori e di trasparenze, vere e proprie acrobazie digitali che Tirinnanzi realizza con l’abilità di un prestigiatore e con l’acutezza con cui sa cogliere ogni momento ed ogni aspetto della realtà, interpretandoli con creatività ed intelligenza.
La computer art non si vuole certamente sostituire al pennello, ma costituisce un contributo irrinunciabile al progresso dell’umanità e nelle mani di artisti come Andrea Tirinnanzi rappresenta un modo originale ed accattivante per tradurre idee, per esprimere sentimenti ed emozioni e per guardare al futuro.
Gabriella Gentilini
Firenze, giugno 2001
Andrea Tirinnanzi, Uno strappo alla regola
Un film, una musica, una mostra, un evento, una pubblicità che ci è rimasta in mente. Momenti che hanno scandito la nostra vita, ormai sepolti nella memoria. Tutto passa ma non la traccia che ogni cosa ha saputo lasciare in noi. Allora si apre il famoso baule dei ricordi e gli oggetti dimenticati saltano fuori come per magia. Ecco una cartella piena di rari manifesti cinematografici, locandine di mostre e di avvenimenti, copertine di vecchi dischi. Ma tutto resterebbe lì alla rinfusa se non fosse recuperato, selezionato, fotografato e adattato da quella autentica fucina di idee e di creatività che risponde al nome di Andrea Tirinnanzi.
La sua instancabile voglia di ricerca, alimentata da una verve fantasiosa e ironica, va ad ampliare gli orizzonti dei suoi “Sguardi sul quotidiano” che ci aveva lanciato tempo addietro con una personalissima interpretazione della computer art, sollecitando una capacità inventiva che si riallaccia a precedenti illustri, dal Cubismo alla pop art, fino ai nostri giorni.
La tecnica del collage infatti, ha sedotto grandi artisti per le sue potenzialità espressive, per il suo fascino a metà strada tra l’innovazione, la provocazione, la voglia di comunicare. Scomporre la realtà e ricostruirla secondo un ordine diverso corrisponde al desiderio di dialogare attraverso la materia, strapparla, frammentarla, assemblarla nell’infinito puzzle della vita.
Per Andrea Tirinnanzi non è estraneo il contatto continuo con l’arte e con gli artisti, quale motivo di discussione e di approfondimento, di arricchimento e di stimolo alla sua naturale inclinazione. E quando gli impegni glielo consentono, complice il suo vivace estro, ci prepara qualche gradevole sorpresa. In questa occasione ci propone una gustosa ricetta per fare uno strappo alla regola: si prende una bella fetta di realtà, si aggiunge un po’ di fantasia, ironia quanto basta, buon gusto a volontà, si mescola e si condisce il tutto con un pizzico di divertimento. Ed ecco servito un altro assaggio della presenza di Andrea Tirinnanzi sulla scena dell’arte, a cui si affaccia sempre con la discrezione ed il sorriso, con la garbata originalità delle sue composizioni.
Composizioni mai nate per caso, ma frutto di studio e di sperimentazione, che assecondano l’acuto spirito di osservazione dell’autore, dimostrando la serietà d’impegno e insieme la freschezza giocosa con cui ci offre spunti di riflessione capaci di suscitare interesse e piacevolezza.
Gabriella Gentilini
Firenze, gennaio 2005
Le "Digisculture di Andrea Tirinnanzi
Il genio creativo di Andrea Tirinnanzi non conosce sosta. Dopo i collage e decollage e dopo le complesse elaborazioni digitali con cui ha affrontato i più variegati argomenti, dalle tematiche quotidiane interpretate in chiave seria, ironica o provocatoria, al mondo della musica leggera e della pubblicità, l’attenzione si concentra sull’inesauribile capitolo del cinema.
Il bagaglio di esperienze e di duttilità mentale e tecnica acquisito nel corso degli anni attraverso un lavoro accurato e continuo sull’immagine in tutte le sue più impercettibili sfaccettature, gli ha consentito di approfondire ed ampliare il proprio orizzonte artistico. E’ nata così l’invenzione di un’originale forma espressiva che accosta scultura e fotografia, fondendole insieme, per dare vita ad una serie di opere di estrema vitalità e suggestione. Si tratta di sagome bifacciali in legno a grandezza naturale, profilate su una foto elaborata con procedimento digitale e manuale. Ogni opera è un pezzo unico, una riproduzione reale ottenuta mediante un’operazione di ricerca e di studio sulla figura, sullo spazio e sull’espressività. Un’idea interessante ed efficace che ha subito fatto scuola. Chi scrive non ha trovato di meglio che denominarla “digiscultura”.
Con una recente mostra Andrea Tirinnanzi ha reso omaggio a “I grandi del Cinema”, inaugurando una galleria di personaggi che si va man mano arricchendo e che è visibile in permanenza presso Firenzeart e su www.firenzeart.it: da Vittorio Gassman a Totò, da Alberto Sordi a Marilyn Monroe, da Sophia Loren a Brigitte Bardot, da Charlot a Virna Lisi, a Fernandel nei panni di don Camillo. Pietre miliari del grande schermo, miti senza tempo fissati in un fermo immagine tratto direttamente dalla pellicola e trasformato nelle dimensioni e proporzioni naturali. Un pianeta tutto da esplorare, a cui se ne affianca un altro, anch’esso illuminato dai riflettori, quello dello sport: ecco allora apparire Gino Bartali e Fausto Coppi in sella alle loro bici, non più rivali ma testimoni di valori da tramandare, a cui si aggiungeranno tanti altri nomi famosi, protagonisti di un passato che è storia contemporanea, patrimonio di memoria e conoscenza.
Gabriella Gentilini
Firenze, ottobre 2012
“Sguardi, delicatezze e magie"”, marzo 2001, Firenzeart Gallery, Montespertoli;
collettiva ”Officina dell’Arte” in occasione della 44° Mostra del Chianti di Montespertoli, maggio-giugno 2001, Firenzeart Gallery;
personale al Bar Pasticceria Fabbri, via Pisana, 140/142r, Firenze, marzo-settembre 2001;
Firenzeart Gallery, Firenze;
"Uno strappo alla regola", mostra personale di collages presentata da Gabriella Gentilini, presso bar pasticceria Pegaso, Via Pisana, 142r, gennaio 2005.
"Ricordando Amici Miei", mostra personale nell’ambito dell'omaggio a Mario Monicelli presso l’Arena Teatro Cinecittà della Casa del Popolo di S. Quirico. Maggio 2009.
Collettiva "Coca-cola nell'arte contemporanea" allestita nel sito dell'Università degli Studi di Torino.
Mostra collettiva nell’ambito della rassegna Firenze Panorama Arti Visive, presso Ideal Firenze; 2012
Performance "I Beatles all'Isolotto",Firenze, 2013
Sue opere si trovano presso Firenzeart Gallery ed in collezioni private italiane.
Personale presso Firenzeart Gallery Isolottissima; 2014
E' presente nel Catalogo d'Arte Moderna n° 50