La cifra espressiva privilegiata da Afsanè Moghaddam nella sua pittura è la donna. Simbolo polivalente che assume fascinazione di desiderio e slancio, di turbamento e riappacificazione nelle profondità del nostro io.
Immagini muliebri contrastanti segnano la tipologia della vita interiore e accendono l’estro poetico non meno delle esplorazioni psicologiche.
Le raffigurazioni di Afsanè sono presenze enigmatiche attestate in una solitudine sfingica eppure stranamente belle, conturbanti e forti come rocce di Marfisa nel loro distanziato equilibrio di grazia e vertigine. Ci stanno di fronte come archetipi d’amore e di armonia cosmica.
Colpisce l’accentuato tratteggio delle forme smaccatamente scultoree di emblematiche Pomone variamente posturate, intrise sulla tela o su carta di tonalità umbratili e grigiastre che accentuano l’enigma allo sguardo indagante.
Paolo Miccoli